Mangiare o Nutrirsi? Riflessioni sui significati delle due parole.

Mangiare o Nutrirsi? Riflessioni sui significati delle due parole.

Il termine "mangiare" indica l'atto di ingestione di cibo, così come "bere" è inteso come l'assunzione di liquidi; "nutrirsi" invece è concettualmente l'atto di apportare sostanze indispensabili al sostentamento della vita dell'organismo, siano esse sostanze solide, liquide e anche emozionali nell'accezione più completa.

Se consideriamo la "Vita" quale manifestazione del passaggio e della trasformazione di "Energia", dobbiamo anche considerare che l'esistenza di tutte le strutture che formano l'organismo vivente, tanto complesse e articolate, è strettamente dipendente dall'utilizzazione e trasformazione di quella stessa '"Energia" che proviene dall'ambiente esterno, ovvero proprio da cibo, acqua e "aria" (tratteremo dell'importanza dell'Aria e della RESPIRAZIONE in funzione della "nutrizione" della vita!) così come gli stimoli per le emozioni, e quindi il nutrimento per le funzioni vitali più profonde che sono quelle "spirituali".
Ecco, abbiamo stabilito che l'Uomo è una "macchina" complessa e articolata che per funzionare ha bisogno di acqua, cibo ed emozioni.

Quindi una prima considerazione cardine è quella per cui nutrirsi non è certo portare cibo, qualunque esso sia, nello stomaco, ma è piuttosto dare al corpo tutte quelle "sostanze" indispensabili per consentirgli di "produrre e mantenere Vita"!

Iniziamo a ragionare sugli aspetti più concreti legati alla nutrizione umana: acqua e cibo!
Piccolo inciso, nel proseguo di questo scritto cerco di dare un senso al principio correlato alla "nutrizione" nella sua accezione globale, ma per comprenderne i singoli contenuti puoi leggere i miei "GlossarioInPillole" dove esploro e declino la teoria in modo più tecnico e nozionistico, a partire da  http://www.armoniebionaturali.it/blog/glossarioinpillole-principi-di-nutrizione1.

Il corpo umano è composto in altissima percentuale da "acqua", in quantità che varia secondo l'età (un neonato è composto per il 80/92% di acqua - nb il dato di ampia oscillazione della percentuale è dettato dalla grandissima variabile del peso di un neonato, il quale si diversifica mediamente, in un organismo tanto piccolo, tra i 2,3 e i 4,5 kg, e quindi con una variazione relativa di circa il 90% - mentre un anziano si assesta intorno al 50/55% di media rispetto al peso corporeo complessivo) e secondo il sesso (un adulto medio oscilla tra un 60/65% nell'uomo e un 55/60% nella donna, differenza % determinata dai contenuti di massa magra e massa grassa caratterizzanti per natura le due diverse tipologie corporee); ovviamente le percentuali sono riferite a dati di massima e con indicazioni di media, in quanto i fattori che incidono su questo parametro sono molto variabili in considerazione di tantissimi fattori, ma che in questo contesto ci interessano poco o nulla.
Riportiamo invece il ragionamento sul dato macroscopico: mediamente il corpo umano è composto per più della metà del suo peso da acqua! Va da sè la considerazione che bere acqua è fondamentale per ogni organismo vivente!!!
L'acqua è indispensabile alla vita: la mancanza di acqua conduce a morte in tempi molto più brevi rispetto al digiuno. Si consideri che una perdita del 10% di acqua in un organismo implica la perdita delle capacità di compimento delle funzioni fisiologiche di quell'organismo.
L'acqua è distribuita nel nostro corpo in due distretti, quello "intracellulare", ovvero l'acqua all'interno di TUTTE le cellule del nostro organismo, e quello "extracellulare", cioè l'acqua presente tra le cellule al loro esterno, definita "interstiziale", ed infine abbiamo l'acqua che compone i liquidi corporei come il sangue, la linfa e il muco in primis. E' pertanto un elemento fondamentale di tutta la struttura corporea.
Il nostro organismo "perde" acqua attraverso molte vie e funzioni: tramite la respirazione polmonare e la traspirazione (quindi tramite i pori della pelle, anche in assenza di sudorazione) e tramite l'eliminazione di feci e urina, e pertanto il ripristino deve essere costante.
Per ripristinare le perdite di acqua è necessario quindi bere, seppure una piccola parte la si ingerisce anche con gli alimenti, soprattutto con frutta e ortaggi.

Passiamo ora ad analizzare il cibo in considerazione del principio di "nutrizione": l'Uomo per natura è un animale "ONNIVORO", ovvero il suo organismo per come è strutturato si nutre di alimenti sia di origine animale che di origine vegetale. Questa affermazione è un dato di fatto inconfutabile, ed è completamente indipendente dal gusto personale, dalle scelte etiche o religiose, dalle necessità territoriali, stagionali o sociali: la struttura anatomica e fisiologica dell'animale "uomo" ci dice che esso è predisposto in modo tale da necessitare l'assunzione di alimenti sia di origine animale che di origine vegetale. 

Ma a cosa serve il cibo?
Gli alimenti che ingeriamo e che il nostro corpo trasforma ed assorbe tramite un processo che si chiama "digestione primaria", sono composti da 5 categorie di "nutrienti": i CARBOIDRATI, i LIPIDI, le PROTEINE, le VITAMINE e i SALI MINERALI (http://www.armoniebionaturali.it/blog/glossarioinpillole-principi-di-nutrizione1); tutto ciò è indispensabile all'organismo e al sostentamento della vita; stati carenziali concorrono al malfunzionamento del corpo umano, e portano a disfunzioni e malattie talvolta anche gravi; un corretto regime nutrizionale è quindi propedeutico al benessere e ad una buona qualità della vita.  

Detto ciò, è ora fondamentale comprendere cosa sia un "corretto regime nutrizionale":
è uguale per tutti? è sufficiente mangiare poco? è necessario eliminare la carne, la pasta o qualsivoglia nutriente o addirittura alimento nella "cultura" del "mangiare senza"? oppure è sufficiente mangiare l'insalata prima di ogni pasto per alimentarsi correttamente?
...e potrei porre domande retoriche ad oltranza per portare l'attenzione su questo o quell'atteggiamento, su questa o quella dieta miracolosa, su moltissimi comportamenti lesivi che ci propongono come "la soluzione a tutti i mali"....

La risposta ad ognuna delle domande possibili è decisamente NO, nulla di ciò che prendiamo ed applichiamo senza cognizione di causa è una soluzione ottimale, e soprattutto una risposta non può mai essere universalmente corretta soprattutto se non è supportata da comportamenti di base consapevoli e responsabili.

Ogni Persona è diversa, e ogni Organismo ha una struttura propria e capacità differenti che partono dalle sue "fondamenta", ovvero dalle caratteristiche genetiche e costituzionali; oltre a ciò ognuno sviluppa peculiarità uniche durante il corso di una vita, condizionate dall'ambiente e dalle abitudini personali e familiari, ma anche dallo stato sociale e socio-economico e da numerosi fattori determinanti dati dallo scorrere di ogni singola esistenza, che concorrono alle potenzialità e capacità organiche. 

Partendo da un ragionamento molto semplice, proviamo a pensare alle differenze tra una Persona che nasce sulla costa rispetto ad una che nasce in montagna: la natura avrà predisposto la prima ad una nutrizione basata su proteine e grassi provenienti dal pesce e la seconda dalla carne di animali da terra, e le abitudini dei due Soggetti saranno probabilmente condizionate dalle caratteristiche ambientali dei due territori tanto diversi, e da ciò che è disponibile nei rispettivi contesti; mi rendo conto che può apparire banale ed anacronistico nella società odierna tanto cosmopolita e globalizzata, ma le vie della natura e le sue leggi non badano al "mercato del cibo" e a ciò che la società ha creato artificialmente, tanto che oggi la maggior parte delle problematiche organiche nasce proprio dalle nostre abitudini alimentari! 

Nutrirsi quindi è una azione fondamentale per il benessere e per la qualità della nostra vita, ma purtroppo è un atto che diamo per scontato, ed il suo valore assoluto riguardo a tutti gli aspetti inerenti la nostra salute è sottovalutato; le problematiche correlate alla malnutrizione non sono solo quelle legate al sovrappeso, che a volte pare essere l'unica preoccupazione della popolazione nel mondo industrializzato... 

Sicuramente è un dato di fatto che la popolazione obesa in questa parte di mondo è in quantità crescente, ed è altrettanto vero che una Persona obesa risulta sempre malnutrita; ciò ci fa facilmente comprendere quanto la malnutrizione non sia solo un problema di calorie, e cioè la quantità di cibo è sicuramente un problema ma non è l'unico da tenere in considerazione!

I problemi primari della malnutrizione riguardano sicuramente la QUALITA' del cibo ingerito, partendo dagli alimenti prodotti industrialmente che implicano un eccesso nell'apporto di zuccheri semplici, grassi saturi, sale e molecole di sintesi (conservanti, coloranti e aromatizzazioni varie).

Oltre al problema obesità, nella nostra civiltà l'insorgenza di molteplici problematiche e malattie correlate alla malnutrizione è un dato statistico allarmante, e seppure l'eziopatogenesi della maggior parte di queste affezioni è ancora ignota o quantomeno incerta, la lettura dei dati anamnestici ci suggerisce che la partenza dei problemi di salute è proprio legata alla nutrizione, e quindi al nostro modo di alimentarci che ha inizio nel carrello della spesa!
I dati di osservazione evidenziano un abuso di alimenti manipolati, addizionati ed anche artefatti, prodotti dell'industria alimentare che nella cosiddetta "civiltà industrializzata" è uno dei colossi economici mondiali; quel mercato che ci ha indottrinato fin dagli anni '60 raccontandoci che il latte in polvere per l'infanzia è provvidenziale per la crescita dei nostri figli, a discapito del latte materno; quello stesso mercato che in un trentennio ha sottratto alimenti freschi e vitali dalle nostre tavole, sostituendoli con prodotti confezionati, accompagnandoci come già detto all'odierno abuso, spesso inconsapevole, di zuccheri, sale, conservanti e grassi saturi...

Imparare a leggere le etichette, al di là di ciò che ci vende la pubblicità di questo o quel prodotto, è sicuramente un primo passo, e non è necessario essere un nutrizionista per comprendere che mangiare un frutto e bere un succo confezionato non ha il medesimo valore nutrizionale!

Oltre ai prodotti confezionati, l'eccessiva richiesta di cibo dell'emisfero occidentale ha portato alle coltivazioni forzate, agli allevamenti in batteria, e alle produzioni alimentari abnormi che dal dopoguerra ad oggi hanno ridotto il valore nutrizionale degli alimenti in modo considerevole.

Giunti fin qui, la considerazione conclusiva in questo scritto è che il nostro modo di mangiare non è esattamente corrispondente ad un ottimale standard nutrizionale, e che lo stato di malnutrizione imperante nella nostra società è correlato sicuramente agli abusi quantitativi, (mangiamo mediamente il triplo rispetto alle reali necessità), ma anche alla scarsa qualità del valore nutrizionale degli alimenti, anche freschi, che acquistiamo, oltre che all'eccesso di cibi elaborati e di alimenti provenienti dalla produzione industriale che portiamo sulle nostre tavole, che come ripetuto più volte, implicano troppi zuccheri semplici, troppo sale, troppi grassi saturi e conservanti ed eccipienti di ogni tipologia e genere, compresi i generi "di sintesi".

E' un'apocalisse??? un pochino si, e mi duole affermarlo.... 

Riflettiamo a questo punto su pochi ma importanti aspetti per iniziare un percorso che sia perlomeno un tentativo per nutrirci meglio.... provo ad enunciare alcuni semplici e applicabilissimi accorgimenti per scegliere il cibo: 

- la territorialità, ovvero il cosiddetto cibo a km zero; anche nelle grandi città possiamo trovare mercatini e strutture di coltivatori diretti e di piccoli allevatori, che garantiscono cibi freschi e del luogo che, al di là degli aspetti legati alla tutela dell'ambiente e dei vantaggi per l'economia locale poco attinenti al contesto, ci garantiscono la certezza di mangiare alimenti di origine vegetale colti a maturazione ed ancora vivi e vitali (altro discorso importantissimo che tratteremo in futuro parlando di alimentazione e bioenergetica! intanto consideriamo che la vita si nutre con la vita...) o prodotti carnei e di origine animale cresciuti senza antibiotici, anabolizzanti e supporti farmacologici importanti che, per quanto legalmente riconosciuti dalla nostra normativa, producono effetti rilevanti all'interno del nostro organismo, e che sicuramente incidono negativamente sul nostro benessere. 
Tutti apprezziamo la comodità della grande distribuzione, a volte illudendoci anche che ci dia garanzie sia qualitative che igieniche superiori, ma acquistare almeno una parte dei prodotti destinati alla nostra alimentazione a tipologie locali di commercio come sopra descritto ci consentirà un miglioramento qualitativo di altissimo impatto nel nostro assetto nutrizionale.

- la stagionalità, cioè la scelta di alimenti adatti al ciclo naturale delle stagioni; iniziamo a considerare l'importanza della rotazione primavera, estate, autunno e inverno, e godiamo dei frutti che ci concedono naturalmente, così da evitare colture forzate almeno per frutta ed ortaggi. Pensiamo alla cultura contadina, ai ritmi della vita pre-industriale e ad esempio smettiamo di mangiare durante il periodo primaverile ed estivo alimenti "secchi" o conservati in altro modo (surgelazione e congelazione quando va bene, se non addirittura scatolame!) e nutriamoci con l'infinità di cibo che la natura ci offre! "Accontentiamoci" invece di ciò che il ciclo di vegetazione ci concede durante l'autunno e l'inverno, che è comunque molto e di elevato valore nutrizionale per l'organismo durante questo periodo, senza cercare a tutti i costi cibi caratteristici di altre stagioni che sono per natura inadeguati.
Ovviamente non si sta parlando dell'eccezione, proponendo a tutti una vita monastica o addirittura di clausura!!!! ma si vuole suggerire buonsenso nella gestione del nostro quotidiano.

- la variabilità, che corrisponde ad una ampia scelta giornaliera e settimanale di cibo; ogni alimento contiene in quantità variabili tutti i 5 gruppi di nutrienti di cui abbiamo parlato, variare la tipologia scelta garantirà al nostro corpo un apporto completo di nutrienti e gli darà la possibilità di digerirlo ed assorbirlo in modo ottimale.

- la semplicità, o frugalità del pasto; ciò sta a significare che non è indispensabile sovraccaricare il "sistema corpo" ingerendo tre pasti al giorno dall'antipasto al dolce, bensì all'interno di una scelta varia come descritto nel punto precedente, mangiare pasti semplici contenenti un alimento di natura vegetale abbinato ad un alimento con contenuti prevalentemente proteici o in carboidrati, utilizzando condimenti naturali come olio vegetale proveniente da semi o frutti spremuti a freddo, concede al sistema digestivo di non sovraccaricarsi e di gestire al meglio tutti i nutrienti scomponendoli ed assorbendoli al meglio per nutrire tutte le nostre cellule e per fornire all'organismo le energie indispensabili al funzionamento.

Ultimo ma non meno importante fattore, come già accennato, determinante per un corretto "regime nutrizionale" è la quantità di cibo che assumiamo; ciò non è inteso come quantitativo di calorie assunte, principio piuttosto marginale e abbondantemente superato dagli studi moderni sull'alimentazione umana, ma è piuttosto correlato ad una corretta igiene di vita ed una distribuzione dei nutrienti nella giornata che consenta al "sistema digestivo", un lungo percorso che parte dalla bocca e arriva all'ano, comprensivo di organi e ghiandole annessi e che non è relegato al solo stomaco, di avere spazi per il lavoro e per il conseguente riposo, così da garantire ad ogni struttura che concorre alla fondamentale funzione della digestione primaria ed assorbimento dei nutrienti una efficienza ottimale.
Tra le "regole" che ci giungono dalle antiche culture, pre-industriali ma attuabili anche nella nostra società e nei ritmi dettati dalla vita moderna, c'è quella del detto popolare "Colazione da Re, Pranzo da Principe e Cena da Povero"; è una espressione non tanto legata al giusto apporto calorico, bensì al rispetto dei ritmi di funzionamento delle energie sottili del corpo, e dello sviluppo delle funzioni e degli apporti durante la giornata e nei frangenti dedicati alla nostra vita di relazione, che consente altresì all'intero organismo il giusto riposo nelle ore notturne naturalmente preposte a questa funzione (anche il riposo è una funzione indispensabile del nostro corpo, mente e spirito!)
Infatti, partendo dal principio "cena da povero", se non è vero che mangiare troppo la sera porti per forza di cose ad ingrassare, è vero che dopo la cena la nostra vita attiva termina, e andiamo incontro al momento del riposo, necessità per la nostra mente ma anche per il corpo!
Se ci addormentiamo con un "carico di lavoro" dato da molto cibo e da una importante attività del sistema digestivo, disturberemo il riposo sia del corpo che della mente!
La "colazione da re" è invece il principio diametralmente opposto, ovvero concediamo all'organismo un considerevole quantitativo di cibo che sarà digerito ed assorbito nel momento della giornata di maggiore attività, ed in particolare del sistema digestivo, e che fornirà a noi il carburante indispensabile per la vita attiva.
Il "pranzo da principe" sta ad indicare un ripristino del "carburante" necessario per arrivare a sera senza scompensi e carenze, ma senza appesantire l'organismo.

In conclusione mi preme sottolineare che il carattere generico della pubblicazione è stato una scelta ben precisa, non mi preme infatti parlare di questa o quella DIETA, o dare consigli che siano la risoluzione per tutti i problemi di tutte le persone.
Gli aspetti di discrasia correlati alla nutrizione, ovvero ai difetti di scelta e comportamento nei confronti della nostra alimentazione, sono legati a principi e ad aspetti pratici molto semplici, che si presentano quotidianamente e per lunghi periodi, e che agiscono in modo silente ed asintomatico, e pertanto in maniera insidiosa e meschina; un tempo le nonne ci dicevano che sono "le acque chete a rovinare i ponti", ebbene in natura è proprio così, ed è pertanto fondamentale NON tralasciare l'importanza di ciò che appare BANALE; pensiamo che, sempre in modo figurativo, si può fronteggiare con discreta tranquillità "la piena del fiume" preservando e monitorando il corso d'acqua durante il tempo, così da garantire la stabilità del ponte! Mi piace utilizzare esempi al di fuori del contesto per provocare reazioni e ragionamenti in chi mi legge... ma credo si comprenda bene il significato della metafora!
Quindi prima di attuare diete miracolose, a volte per correre ai ripari, proviamo a considerare la fattibilità di "interventi di manutenzione" costanti e tutto sommato poco onerosi...
Buon appetito!
E se hai domande o necessità contattami, sulla home trovi i miei contatti.

Nota: raramente inserisco Bibliografia per i miei scritti per il fatto che sono elaborati d'autore che costruisco in seguito ad anni di studi e di esperienze professionali e personali; suggerisco spesso titoli e Autori per coloro che siano interessati alle tematiche che propongo, e sono libri che ho letto personalmente e sui quali ho anche sviluppato, a volte, i miei studi. Per questo articolo che hai appena letto vorrei però fare una citazione e contestualmente porgere un ringraziamento alla Professoressa Lucia Ceresa, che mi permise di leggere il mio primo testo di scienze della nutrizione, redatto dal Prof. C.De Pasquale, e che contribuì alla formazione del mio senso critico e capacità di analisi.